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Frasi BelleL'aforisma in Italia

Gli aforismi di Maria Luisa Spaziani

Maria Luisa Spaziani - Aforisticamente

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Alla cerimonia di premiazione del Premio Torino in Sintesi 2010, così Maria Luisa Spaziani (Presidente onorario del Premio) racconta il suo amore per l’aforisma: “Il primo aforisma è stato un gioco che facevo a Torino quando ero bambina e che mi ha talmente sorpresa e travolta che ancora adesso quando ci penso mi commuovo, e ancora adesso non so come mai i bambini possano sopravvivere senza conoscere questo gioco. Si trattava di palline, piccole palline nere, che si buttavano nell’acqua, e molto lentamente queste palline di carta si aprivano e ne venivano fuori dei fiori diversissimi, a volte lunghi come i gigli, a volte rotondi come le rose, a volte piccolini come violette. Era un gioco giapponese, difatti poi l’ho ritrovato quando sono andata in Giappone tanti decenni dopo. Gli aforismi sono la stessa cosa: sembrano una cosa piccola piccola piccola, ma se tu li metti al fuoco dell’attenzione, con l’acqua giusta, si allargano e diventa meravigliosi, pieni di colori diversi e di significati diversi”.

Nata a Torino nel 1924, poetessa di fama internazionale (è stata candidata 3 volte al Premio Nobel, proprio recentemente è uscita presso la Mondadori la raccolta Poesie 1954-2006), traduttrice e autrice di numerosi testi e saggi critici (ha insegnato per diversi anni lingua e letteratura francese all’Università di Messina), autrice di testi teatrali (si ricorda in particolare il poema romanzo Giovanna d’Arco che diventerà poi opera teatrale), Maria Luisa Spaziani è anche scrittrice di aforismi.

Gli aforismi della Spaziani non sono mai stati raccolti e pubblicati in una unica silloge, ma sono disseminati qua e là in riviste e antologie. Una raccolta di suoi aforismi è apparsa per la prima volta sulla rivista “Poesia” nel 1993 (numero 62), accompagnata da una piccola Autoantologia di pensieri estratti dalle sue poesie, di frequente caratterizzate da chiuse gnomiche ed epigrammatiche. Nell’antologia Scrittori italiani di aforismi, curata da Gino Ruozzi (Mondadori, 1994) compaiono ulteriori aforismi inediti di Maria Luisa Spaziani, così come nelle due antologie Aforismi URLati (Fogola, 1998 e 2001) curate da Anna Antolisei.

Recentemente è apparsa una edizione bilingue italiano-inglese, stampata in Canada, dal titolo Tell the Oak Three to Grow Faster (Guernica, 2009) dove compaiono cinquanta aforismi di Maria Luisa Spaziani (alcuni inediti) tradotti da Marco Sonzogni e Bow Lowe (quest’ultimo neozelandese), con postfazione di Gino Ruozzi. In una antologia degli aforisti italiani del Premio Torino in Sintesi dal titolo Aforismul în Italia – Antologia Premiului “Torino in Sintesi” (che ho personalmente curato e che a giorni dovrebbe essere pubblicata a Bucarest in lingua rumena e italiana) compaiono ulteriori aforismi inediti di Maria Luisa Spaziani. Anna Antolisei, che conosce molto bene Maria Luisa Spaziani, mi dice che molti altri aforismi dell’autrice sono sparpagliati qua e là, in diverse riviste letterarie e volumi editi sia in Italia che nel mondo. La speranza di Anna Antolisei è quello di convincere l’autrice a racchiudere tutti i suoi aforismi in una sorta di opera omnia, come è già stato fatto per le sue poesie

L’aforisma della Spaziani è delicatamente ironico, disincantato, pungente, velenoso, con un uso molto raffinato del calembour. Presento qui di seguito una breve scelta di aforismi di Maria Luisa Spaziani tratti da Scrittori italiani di aforismi (Mondadori, 1994), da Aforismi URLati (Fogola, 1998 e 2001) e da Aforismul în Italia – Antologia Premiului “Torino in Sintesi” (Editura Focus, 2011). A titolo di curiosità segnalo che Maria Luisa Spaziani è uno dei pochissimi autori italiani selezionati nell’antologia dell’aforisma mondiale di James Geary.

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Maria Luisa Spaziani, Aforismi scelti

Sarà che ho letto troppe tragedie classiche, ma avere nemici così piccolini mi preoccupa un po’.

Usciti dal Paradiso Terrestre si misero a parlare in prosa.

Il traduttore prese una pallina d’argento e la trasformò in chewing-gum.

La rabbia impotente che si prova contro chi ci ha rubato un’idea secoli o decenni fa.

Mi sentirei di lodarlo se potessi fare il suo elogio funebre.

Un sogno: essere l’avvocato della Gioconda nella causa contro Duchamp.

Diventata immortale, ebbe appena il tempo di compiacersene.

E ora parliamo un po’ di te. Mi ami?

Mi ha stroncato su cinque colonne. Che gioia immaginare il tormento che gli ho inflitto costringendolo a leggere tutti i miei libri.

Cerca di convincermi che mi ama ancora. Usignolo, usignolo, sento il tuo passo marziale.

Gli uomini indispensabili sono decisamente insopportabili.

E’ un borghese: sogna intensamente solo le cose possibili.

L’aforisma è una scheggia d’universo. Ricostruire la vetrata è un po’ più difficile.

Vedendo che lui si era addormentato facendo l’amore, capì che l’ora del riscatto era vicina.

Se lo recensite positivamente, dedicate un pensiero a tutti gli alberi sacrificati per i suoi libri.

Quel presago stringimento di cuore quando a sera guardi una vetrina e di colpo si spengono le luci.

Scrivete pure dei versi: presto ci sarà un amnistia.

E’ finito in prigione perché urlava di non essere libero.

Attenti a non interpretare come affascinante mistero un errore di sintassi.

Sembravano vivi e forse persino allegri i giorni in cui sapevamo piangere.

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Nell’angoscia del troppo, la nostalgia del poco.

Farmi ibernare? farmi cremare? Nemmeno morta!

Scegliere la mia fine: morire di meraviglia.

Nel momento coscientemente fecondativo la pessimista pensò: “Ho il diritto di imporgli una vita che sicuramente finirà male?”

E’ coltissimo. Si è letto e riletto più volte l’opera sua.

Ma il matrimonio è stato poi consumato? Purtroppo sì, fino alla cenere.

Che cosa indossare per una notte d’amore? E’ ovvio: il velo di Maya.

Gira e rigira la palla, da tutte le parti, geloso. Ne vedrai sempre una metà.

L’invidia del pene… Scherziamo? Per me sarebbe inutile e decisamente ingombrante.

Il femminismo in tre parole: Anima, fatti animo.

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Come tradurre spleen! E’ il dubbio, in certi giorni, di essere veramente in vetta alla catena alimentare.

La vera tragedia del suicidio: travestire da tragedia una banalità.

“Signora, ma lei scrive ancora?” “Come? Ho appena concluso le opere minori”.

“Appello ai posteri”. Ecco una lettera in versi che non raggiungerà mai i destinatari.

Soltanto la misura è la vera misura di tutte le cose.

La chiarezza dovrebbe essere la cortesia dei profeti.

Io sono Abele e Caino. La moneta si spacca se tenti di dividerne le facce.

Clandestinamente una giovinezza a ritroso si è insinuata nel mio corpo antico.

Ridiamo per un aforisma. Sappiamo davvero perché?

Che cosa avrei voluto essere nel passato? La prima pietra della Grande Muraglia.

La politica: l’utopia di appianare il Mare dei Sargassi.

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